giovedì 23 dicembre 2010

Tanti auguri!

lenticchie

Sono pronta anch'io per staccare la spina (anche se a dire il vero negli ultimi mesi la "spina" di questo blog è stata più staccata che non attaccata).
Sto per affrontare un Natale bellissimo con i miei cari e tutto il mio pancione e il 2011 ci riserverà un sacco di sorprese. Ho grandi aspettative, insomma...
Se nel frattempo dall'alto qualcuno fosse così gentile da farmi tornare anche un minimo di abilità culinaria (ho sfornato più ciofeche in queste ultime settimane che in tutta la mia vita) gliene sarei grato. Se così non fosse, va bene lo stesso. Ho così tanto dalla vita che mi rendo conto non si possa poi chiedere troppo.
Vi auguro tanta serenità e grazie, come sempre, di esserci.
Virginia

lunedì 20 dicembre 2010

Crema di zucca e mandarino con mostarda di mele

crema zucca, mandarino e mostarda di mele

E' noto che le donne incinta abbiano una percezione dei sapori diversa dal normale. Si sa che cambiano i propri gusti da un giorno all'altro e che si fanno travolgere dalle voglie.
Anch'io sto vivendo tutto questo ma, più di ogni altra cosa, mi sto accorgendo di un grande ritorno alla cucina della mia terra d'origine, Mantova. Mai come in questi mesi ho pubblicato ricette mantovane e mai come adesso faccio largo uso dei suoi prodotti.
Probabilmente questo processo fa parte di un istinto naturale alla conservazione, non so, in ogni caso mi piace verificarne la presenza.
In questa zuppa che in verità non ha nulla di tradizionale, convivono dolce, piccante e acido (più una nota di sapidità data dal parmigiano) in un modo che a noi panciute è piaciuto tanto...spero lo gradiate anche voi!


Crema di zucca e mandarino con mostarda di mele


per 4 persone:
700g zucca mantovana (al netto)
500g (circa) di acqua bollente
il succo di 3 mandarini
sale
parmigiano a scaglie
mostarda di mele (rigorosamente del papà)

Tagliare la zucca a pezzi e cuocerla per una ventina di minuti con l'acqua bollente salata.
Frullarla con il minipimer e aggiungere il succo dei mandarini. Aggiustare eventualmente la consistenza restringendo il tutto sul fuoco o aggiungendo altra acqua.
Distribuire nelle ciotole e servire con qualche pezzo di mostarda di mele ben piccante e delle scaglie di parmigiano.

lunedì 13 dicembre 2010

Biscotti per cani

biscotti per cani

Chi mi conosce, conosce anche alla perfezione la mia passione per i cani. Sa di quando a quattordicianni ho finto di aver investito in motorino un cucciolo di cane, strappandomi i pantaloni e tirando ginocchiate contro il muro per fingere la caduta, di come, il povero e abbandonato trovatello in realtà fosse un cagnolino perfettamente profumato e pettinato appena uscito dalla vetrina di un negozio...e dell'annuncio sul giornale locale che ho fatto scrivere ai miei genitori (della serie: se nessuno si fa vivo, il cane lo teniamo noi*, altrimenti lo restituiamo al legittimo proprietario)...
Chi mi conosce sa anche che non c'è stato fidanzatino che, per riconquistarmi, non si sia presentato a casa con un cane o con la promessa di comprarmelo...o di tutte le volte che ho assaggiato i croccantini per cani...
Insomma, chi mi conosce sa che in questi biscotti c'è tutta me stessa.
A dire la verità, li ho anche personalizzati (ogni biscotto ha inciso il nome del ricevente) ma siccome non vorrei mai che qualcuno dei fortunati quadrupedi passasse da queste parti, vi mostro il retro un po' bitorzoluto ma che rimane in forma anonima.


Biscotti per cani con sesamo e arachidi
(da Regali golosi di Sigrid Verbert)

per 25-30 biscotti (a seconda delle dimensioni del vostro stampino):
una tazza di farina
una tazza di farina integrale
una tazza di farina di segale
2 cucchiai di semi di sesamo nero
2 cucchiai di semi di sesamo bianco
un uovo
un cucchiaione di burro di arachidi puro (per me: crema spalmabile di arachidi bio)
Acqua q.b.

Impastare insieme tutti gli ingredienti e aggiungere acqua fino ad ottenere la giusta consistenza. Stendere l'impasto ad 1cm di altezza, ritagliarlo con l'apposito stampino e cuocere i biscotti a 180 gradi per 20 minuti poi a 160 (io 150) per altri 40 minuti in modo che diventino ben croccanti.

* lo so che questa informazione non la volete sapere, ma il cagnolino è tornato al negozio il giorno dopo.

N.B.: ricordo inoltre di non dare mai cioccolato ai cani perchè per loro è tossico e potrebbe portarli alla morte immedita!

domenica 28 novembre 2010

Buon inizio di Avvento!

Corona avvento

Io vado ad accendere la prima candela (anche perchè quest'anno l'"attesa" la vivo ancora più del solito)...

P.S.: per chi non lo sapesse, soprattutto in Alto Adige c'è l'usanza di fare una corona dell'Avvento (quest'anno l'ho fatta con le pigne che abbiamo raccolto nel bosco un mesetto fa) composta da quattro candele, ognuna rappresentante una domenica di Avvento.
Con la prima domenica si accende la prima candela, con la seconda se ne accende anche un'altra e così via, ottenendo alla fine quattro candele con altezze diverse dovute al diverso consumo (quella della prima domenica sarà quasi esaurita mentre quella della quarta sarà ancora piuttosto nuova).

martedì 23 novembre 2010

I Risini

I risini

Non esiste bambino mantovano della mia epoca o di quelle precedenti che non abbia mai fatto colazione con il risino di Caravatti. Questo guscio di frolla ripieno di riso (dal leggero aroma di limone) è stato assolutamente un must fino a qualche anno fa (ora non sono più tanto aggiornata sulle tradizioni mantovane e non so se lo storico bar tenga sempre alta la bandiera o meno).
Questa è un'altra di quelle preparazione gelosamente custodite nella mia memoria gustativa che ho sempre avuto il terrore di affrontare...e stranamente anche questa volta sono rimasta soddisfatta del mio tentativo!
Riuscire a ritrovare i sapori perduti è una delle alchimie più difficili in assoluto (robe che Proust si sta ancora strappando i capelli, insomma!). Per essere precisi la forma degli stampini dovrebbe essere ovale e dai bordi un po' più alti di quelli che ho usato io (che invece li ho dissacrati con dei banali stampi per muffin) ma ora che ho rotto il ghiaccio vedrò di attrezzarmi a dovere per la prossima volta.


I Risini

Per 12 pasticcini:
Ripieno:
100g riso vialone nano
50g zucchero
30g burro
600g latte
2 tuorli
un pizzico di sale
una stecca di vaniglia
la scorza di un limone bio
2 cucchiai di rum

Pasta frolla:
200g farina
2 tuorli
90g zucchero
100g burro
un pizzico di sale (alla vaniglia)
la scorza di un limone bio grattugiata

Impastare insieme gli ingredienti per la frolla, avvolgere l’impasto con un foglio di pellicola e mettere in frigo.
Portare a ebollizione il latte con la scorza di limone e i semi della vaniglia, quando bolle aggiungere un pizzico di sale, lo zucchero e il riso e cuocere per 20 minuti. Togliere dal fuoco e aggiungere il burro e far raffreddare. Una volta freddo, togliere la scorza del limone e aggiungere i due tuorli d’uovo, il rum e amalgamare bene.
Stendere la pasta frolla e ricavare 12 gusci (potete usare lo stampo per muffin) da disporre all'interno di stmapini imburrati, riempirli del ripieno al riso e passarli in freezer una ventina di minuti (giusto il tempo che il forno vada in temperatura).
Cuocere a 175 gradi per 18-20 minuti su un ripiano medio-basso (così la frolla si cuoce e il ripieno non rischia di prendere troppo colore).

P.S.: non siate parchi con il limone anzi, per un sapore più deciso, non eliminate la scorza fatta bollire col latte ma tagliuzzatela e rimettetela nel composto!

venerdì 19 novembre 2010

Sablés au chocolat, aux flocons d'avoine et aux raisins

sablèsavena

No, non vi illudete: non sto facendo tutti i biscotti di Pierre Hermè per il puro piacere di farli, per amore della scienza o per semplici esperimenti natalizi. Li sto facendo solo ed esclusivamente per godere della soddisfazione di scrivere il titolo in francese.
Come potete immaginare, questi sono di tutt'altra fattura rispetto ai precedenti (molto più eleganti e sofisticati) più adatti alla colazione o ad una merenda un po' rustica, ma anche questi decisamente deliziosi!


Sablés au chocolat, aux flocons d'avoine et aux raisins
(dal Larousse du chocolat di Pierre Hermè)

per una quarantina di sablès:
110g farina 00
5g lievito chimico
300g di cioccolato al 66% di cacao (io ho usato un 70%)
150g burro morbido
80g zucchero di canna (cassonade)
8g latte in polvere
20g miele di acacia
1 uovo
2g fior di sale
140g fiocchi di avena
120g uvetta di Corinto

Setacciare la farina con il lievito e grattugiare il cioccolato.
Montare il burro con una frusta finchè non diventa liscio e cremoso. Incorporare a questi poi lo zucchero, il latte in polvere, il miele, l'uovo, il sale, il mix farina-lievito e il cioccolato grattugiato e mescolare per un minuto. In corporare ora i fiocchi di avena e l'uvetta e amalgamare bene senza però lavorare troppo l'impasto.
Formare due salsicciotti di 5-6cm di diametro, avvolgerli nella pellicola e disporli in frigo per 2 ore. Trascorso questo tempo, riprendere in mano l'impasto e tagliarlo a rondelle dello spessore di 1cm. Disporre i biscotti su una placca da forno ben distanziati e cuocere a 170 gradi per 12 minuti.

martedì 16 novembre 2010

Sablés viennois au cacao

Sablés viennois au cacao

Era da una vita che non facevo biscotti così, complici un po' di albumi da smaltire, oggi mi sono messa a fare qualche infornata. Oltre agli ennesimi amaretti deludenti (qualcuno è così gentile da passarmi una ricetta che funzioni?!??) ho infornato questi frollini che, nella loro estrema semplicità, mi hanno dato tantissima soddisfazione e sono stati promossi a pieni voti per finire nei pacchi regalo di Natale.
La ricetta si trova sia sul Larousse des dessert che su quello du chocolat.


Sablés viennois au cacao

(ricetta di Pierre Hermè)

Per una sessantina di biscotti:
260g di farina 00
30g cacao amaro
250g burro morbido
100g zucchero a velo
1 pizzico di sale
2 albumi (80g circa)

Accendere il forno a 180 gradi.
Setacciare la farina con il cacao e lavorare il burro con un frusta fino ad ottenere un composto morbido e cremoso. Aggiungere lo zucchero e il sale e continuate a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Sbattere leggermente gli albumi e aggiungerli al burro montato. Aggiungere anche la farina setacciata con il cacao e mescolare quel tanto che basta per ottenere un impasto omogeneo (ai fini di un risultato friabile, lavorare il composto il meno possibile).
Versare 1/3 del composto in una sac a poche con il beccuccio a stella e comporre delle 'W' di dimensioni 5x3 su una placca rivestita di carta da forno. Cuocere per 10-12 minuti.
Procedere allo stesso modo con l'impasto rimanente (il libro giustamente consiglia di procedere con poco impasto per volta per consentire di gestirlo con maggiore facilità).

giovedì 11 novembre 2010

Lo strudel

strudel

Sono stata a lungo incerta se pubblicare o meno questa ricetta che può apparire scontata ma che assolutamente non lo è. Gli strudel che trovo in giro sono per lo più fatti con impasti impropri (frolle, sfoglie o altre robe strane) che poco c'entrano con la ricetta originale. Ho faticato parecchio per trovare quella che mi soddisfacesse davvero finchè non mi sono imbatutta nelle righe di Federico. Sì, avete letto bene: Federico e non Fredrich, Fedriken, Federiken o simili. Ho dovuto prendere lezione di strudel da un genovese (e pure di quelli DOC, se posso aggiungere) conosciuto qualche anno fa sul forum de La cucina italiana. Vedete un po' voi...
Di primo impulso sono stata tentata di definirla la ricetta perfetta, ma non lo faccio per due motivi: il primo (e più importante) perchè altrimenti Federico si monterebbe troppo la testa...e il secondo perchè non amo il concetto di perfezione. Mi ha sempre ispirato antipatia e inoltre implica un percorso già concluso, non ulteriormente modificabile e migliorabile e la cosa mi piace ancora meno. Anzi, giusto per dirla tutta, tra oggi e domani proverò a rifarlo sostituendo 2 tuorli all'uovo intero previsto nell'impasto per vedere se riesco ad ottenere un risultato ancora più friabile.
Ok, direi che mi sono dilungata a sufficienza. Eccovi la ricetta riportata dal blog di Federico con le mie note tra parentesi:


Lo strudel

Pasta
250 gr farina 00
1 uovo
50 gr di burro
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
5 o 6 cucchiai di acqua tiepida

Ripieno:
1 kg mele renette (lui ha usato golden, io royal gala)
4 cucchiai di brandy (io Marsala)
100 gr burro (ne avrò usato la metà)
100 gr di zucchero
80 gr uvetta sultanina
50 gr pinoli
1 cucchiaio di pangrattato
la buccia grattugiata di 1 limone (lui non la consiglia e io non l'ho messa)
1 pizzico di cannella in polvere

Mettere l'uvetta ad ammorbidirsi in una ciotola con acqua tiepida. Disporre la farina su una spianatoia facendo la fontana e mettendo all'interno l'uovo, il burro ammorbidito, lo zucchero, il sale e l'acqua. Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta morbida e liscia. Sbatterla con forza sulla spianatoia più volte e metterla a riposare per 20 minuti sotto ad un pentolino preriscaldato sul fuoco.
Sbucciare, detorsolare le mele e tagliarle a fettine. Metterle in una ciotola irrorate con il brandy.
Far imbiondire il pangrattato in una padella e sciogliere il burro in un altro tegamino.
Prendere la pasta e cominciare a stenderla con il mattarello. Disporre un canovaccio pulito, infarinarlo e su di esso appoggiare la pasta. Passare le mani infarinate sotto la pasta e, con il dorso della mano allargarla dolcemente fino ad ottenere una sfoglia sottilissima (io sottile ma non troppo) cercando di non bucarla.
Con un pennello distribuire il burro sulla pasta tenedone da parte un po' cercando di lasciare 2 cm di bordo pulito. Cospargere il burro con il pangrattato, quindi le mele, poi l'uvetta strizzata e i pinoli. Infine distribuire lo zucchero precedentemente mescolato con cannella e scorza di limone.
arrotolare lo strudel su se stesso aiutandosi con il canovaccio, chiuderlo bene ai lati in modo che il ripieno non fuoriesca e farlo poi scivolare in una teglia imburrata. Spennellarlo con il burro residuo e metterlo in forno preriscaldato a 180° per circa un'ora. Controllare spesso dopo i primi 45 minuti che non diventi troppo scuro, nel caso terminare la cottura un po' in anticipo.
Spolverare con zucchero a velo e servire.

mele

venerdì 5 novembre 2010

Le schiacciatine mantovane (un po' suzzaresi)

schiacciatine mantovane

Cronaca della giornata: mi sveglio, mi peso, inorridisco...
Decongelo mestamente il pettino di pollo in previsione di un pranzo all'insegna della castità.
Accendo il PC e mi godo un giretto tra i blog finchè -oh me misera!- mi imbatto nel post di oggi di Paola. Rinfresco immediatamente il lievito madre in previsione di replicare la sua ricetta quando tra le righe mi appare il link "schiacciatina"...
Quello che è successo ve lo potete immaginare. Vi dico solo che, alla faccia del pettino di pollo, me ne sono già scofanate tre!

A differenza della ricetta di Paola -che ho seguito fedelmente nelle dosi- ho leggermente modificato le pezzature e i relativi tempi di cottura in modo da ottenere delle schiacciatine più basse e croccanti più simili a quelle che si mangiano nella bassa mantovana (dalle parti di Suzzara) che non nella city stessa e più di mio gradimento.
Sono molto soddisfatta! Grazie Paola!


Schiacciatine mantovane


500 gr farina 0 (io ho usato una 00)
250 ml di acqua
15 gr di lievito di birra
150 gr di strutto
15 gr di sale

30 gr di olio extra vergine d'oliva

Disponete la farina a fontana su una spianatoia. Sciogliete il lievito in 200 ml di acqua tiepida e con l'acqua rimanente stemperate il sale; amalgamate gli ingredienti e lavorateli finchè l'impasto non risulterà omogeneo. unite lo strutto progressivamente e lavorate fino a completo assorbimento (circa 15 minuti lavorando e battendo per ricavare un impasto meno appiccicoso). Ricavate delle palline di circa 50g (io le ho fatte da 40g) e lasciatele lievitare coperte per 15 minuti.

Schiacciatele fino ad uno spessore di 3/5 mm (io le ho stese anche con le mani tirandole ben sottili) ottenendo dei rettangoli di circa 13x17 cm.(Paola suggerisce di mettere la pallina schiacciata fra due fogli di carta forno e di assottigliarla col matterello cercando di ricavarne un rettangolo).
Spennelate le schiacciatine con l'olio d'oliva, bucherellate la superficie con una forchetta (o, come ha fatto lei, fate delle pressioni col dito; se invece le fate sottili come le mie questo procedimento non serve) e lasciate lievitare nuovamente per 15 minuti. Cuocete in forno a 190° ventilato per circa 12-15 minuti (nel mio caso 8-9 minuti).

giovedì 28 ottobre 2010

Ristorante La Madia - Licata

entroterra siciliano

Mai come quest’anno ho avuto modo di inanellare una serie di ristoranti di un certo pregio con così ravvicinata frequenza. Non ve li sto nemmeno ad elencare perché quasi quasi mi vergogno (e soprattutto perché non ho voglia che mi ci mandiate…) ma di uno sento l’esigenza di parlare.
Sarà perché è stato quello con cui siamo andati con la minore aspettativa, sarà perché ho sentito parecchi pareri discordanti, fatto sta che per noi è stata una vera rivelazione.
Sto parlando di un ristorante che porta la gentilezza, il calore e l’ospitalità della Sicilia tra le mura di un locale stellato per esprimerli alla massima potenza.
E’ un posto dove i piatti sono tutt’altro che barocchi ma, al contrario, figli di una cucina di “sottrazione” tesa a eliminare il superfluo per spiazzare con la dirompenza della propria essenzialità.
Sto parlando de La Madia di Pino Cuttaia a Licata. Sì, Licata. Un paese decisamente al di fuori dai percorsi turistici dove di certo non si finisce per caso. Ma vi assicuro che si tratta di una deviazione che vi ripagherà.

Prima di elencarvi quello che mi sono mangiata (ovvero il menù degustazione creativo da 95 euro dell’estate 2010) tengo a fare una premessa: il giorno in cui ho prenotato (circa un mese prima) ho altresì specificato che purtroppo mio marito non poteva mangiare pesce. La sera in cui siamo andati, al momento dell’ordinazione e senza dover ricordare le nostre esigenze, il cameriere si è presentato con una proposta degustazione “no fish” studiata apposta per mio marito con lo stesso numero di portate e allo stesso prezzo del mio.
Inutile dire che non era mai successo e che la cosa ci ha particolarmente colpiti.
Ebbene, qual è stato il biglietto da visita di Pino Cuttaia (sempre più spesso noto come chi apre il proprio menù in maniera vincente, difficilmente poi delude sul resto)? Molto semplicemente Pomodoro e mozzarella, ovvero una sorta di bignè creato con la pelle del latte ripieno di una spuma di mozzarella, il tutto adagiato su una panzanella di pomodoro e basilico. Superbo. La morbidezza volatile della spuma in contrasto con la croccantezza della panzanella è stato a dir poco commovente.
Il tutto affiancato da un cestino di bocconcini di pane di vario genere magistralmente eseguiti accompagnati da una ciotolina di olio (se non erro il Particella 34 di Pianogrillo) e un pizzico di sale Maldon.
Subito dopo, Battutino di gamberi rossi, maionese di bottarga di tonno e olio al mandarino: delicato e deciso al tempo stesso. Pochi ingredienti sapientemente orchestrati che creano un piatto di una freschezza unica. L’esercizio della maionese a base di uova-di-pesce risulta decisamente vincente.
A seguire Sapore di mare…sapore di sale, un nome che sembra dire niente e invece dice tutto. Descriverne gli ingredienti che lo compongono (tagliatelle di calamari, nastri di zucchine, vongole, ricci di mare, ecc.) non riuscirà mai a rendere l’efficacia della sua degustazione. E’ il “sapore di mare” allo stato puro. Forse uno dei piatti più dirompenti della mia vita.
E poi ancora i calamari che, dopo essersi tramutati in tagliatella, ora assumono le sembianze del raviolo in Raviolo di calamaro ripieno di tinniruma di cucuzza e salsa di acciughe,con evidente richiamo ai prodotti locali.
E poi ancora due primi: i Tortelli estivi “ricordo del pesto trapanese e l’Arancino di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico, entrambi di grande gusto e che dimostrano intelligenza e sensibilità nella manipolazione di ricette tradizionali.
Per finire Spada su carbonella di mandorla ovvero un paio di trancetti di pesce spada serviti su una minigratella da tavolo sotto la quale bruciava la carbonella di legno di mandorlo serviti con un divino olio alla cenere e una patata cotta anch’essa nella cenere.
Mai mangiato niente di più semplice e allo stesso tempo sconvolgente. Davvero un piatto da ricordare.
A seguire una classica Granita al limone con brioche per ripulirsi la bocca e Cornucopia, cialda di cannolo ripiena di ricotta, marmellata d’arance e gelato al vecchio samperi, entrambi molto buoni ma a mio avviso non all’altezza del resto.

Grazie a Pino Cuttaia dunque, a casa del quale spero di tornare presto.


Ristorante La Madia
Corso F. Re Capriata, 22
Licata (AG)
Tel. 0922.771443
http://www.ristorantelamadia.it/

giovedì 21 ottobre 2010

Zuppetta di mele e castagne

Crema castagne mela

L'inelegante sbobbetta informe che vedete in foto altro non è che uno dei miei esperimenti di riciclaggio più riusciti.
Come molti di voi infatti, anch'io con i primi freddi mi sono fatta tentare dall'acquisto delle castagne. Le ho comprate, amorevolmente incise, ordinatamente distribuite nella teglia del forno...e lì me le sono dimenticate. Al momento dell'assaggio, pertanto, più che delle castagne arrosto mi sono ritrovata delle castagne secche (e tanta grazia che non si sono bruciate)...
Così ho pensato di tentare di reidratarle inserendole in una zuppa e la cosa mi è molto piaciuta.
Ho deciso di non frullare a crema ma di lasciare dei pezzetti di castagne un po' più grossolani che all'occhio di certo stonano, ma sotto ai denti erano una vera goduria!


Zuppetta di mele e castagne

Per 1 porzione:
75g castagne cotte (arrosto o lesse, fate voi...basta che non le secchiate)
150g di mela
150g di liquidi (100g latte + 50g acqua)
burro
sale affumicato e pepe
formaggio di malga per terminare

Far rosolare le castagne in una noce di burro per qualche minuto, salate (io ho usato un buon sale affumicato) poi aggiungere le mele sbucciate e tagliate a pezzetti e il mix di acqua e latte bollente. Fate cuocere per una decina di minuti poi frullate il tutto e servite con una spolverata di pepe e di formaggio.

lunedì 18 ottobre 2010

Post rosa per la campagna per la prevenzione dei tumori al seno

palloncino rosa per la campagna contro i tumori al seno

Ho iniziato questo post di getto. Poi ho riletto quanto avevo scritto lo scorso anno e mi sono accorta che stavo proponendo gli stessi identici contenuti. Ho deciso quindi di ripetere a voi e a me stessa, quasi come un ritornello, quanto ritengo essere importante.
Ottobre è il mese della campagna per la prevenzione dei tumori al seno. Sì, della prevenzione.
"Prevenzione" è un termine che tanto ci affascina quanto stupidamente ci impaurisce. "Prevenzione" ci fa venire in mente quel cretino che addenta la mela nella pubblicità del dentifricio (prevenire è meglio che curare!), ma qui non si tratta solo di dentifricio.
Se in casa mia non si fosse fatta -coi relativi quanto inutili cacamenti sotto- prevenzione io oggi non sarei qui con la stessa serenità circondata -in maniera tanto forte che quasi mi fa paura- dall'amore dei miei cari. Pensiamoci, perchè tutti i giorni è ottobre. Basta volerlo.

mercoledì 13 ottobre 2010

E' tempo di olive!

Olive nere

Ve lo ricordate l'olivotto, il liquore a base di olive che vi avevo proposto (pardon, che il papà vi aveva proposto) l'anno scorso?
Ecco, ora è tempo di raccolta. Datevi da fare!!!

lunedì 11 ottobre 2010

Torta di grano saraceno

torta di grano saraceno

Per gli amanti della cucina altoatesina (una delle mie preferite) questa è tutto tranne che una novità. Chi invece non la conoscesse ancora è caldamente invitato a rimediare...
Prima di mettermi all'opera ho fatto uno studio approfondito delle varie ricette in mio possesso (come dicevo, essendo un'amante del genere, ho anche una nutrita bibliografia).
La bibbia delle bibbie è il libro sui dolci di Annaliese Kompatscher, ma in un'altra pubblicazione la stessa Kompatscher propone una ricetta diversa. Nella versione "ortodossa" si ha una ricetta molto proporzionata (250g burro, 250g farina, 250g zucchero, 250g mandorle, ecc.) mentre nella versione "eretica" le misure cambiano, compare timidamente una mela grattugiata nell'impasto e le sole mandorle vengono affiancate da noci o nocciole.
Tenendo conto di queste differenze, alla fine ho creato un mix di testa mia cercando anche di limitare (si fa per dire...) i grassi il più possibile.
E' davvero la regina delle torte rustiche!


Torta di grano saraceno

200g burro a temperatura ambiente
180g zucchero
6 uova
250g farina di grano saraceno (io ne ho usata una addirittura a grana grossa...superba!)
250g tra mandorle e nocciole tritate
mezza mela grattugiata
un pizzico di sale

confettura di mirtilli rossi per farcire

Lavorare a lungo il burro con 100g di zucchero fino ad ottenere una consistenza spumosa. Aggiungere i tuorli delle uova e continuare a montare. Unire ora la farina miscelata alla frutta secca tritata, la mela grattugiata e il pizzico di sale, amalgamando bene.
Montare gli albumi a neve con i restanti 80g di zucchero e unirli delicatamente al composto.
Imburrare una teglia e versarvi il composto. Cuocere a 180 gradi per 30-40 minuti (prova stecchino). Far raffreddare, sformare, tagliare in tre parti (come si vede dalla foto, io l'ho tagliata solo a metà, ma la prossima volta creerò un ulteriore strato da farcire) e farcire con la confettura di mirtilli rossi. Ricomporre la torta e cospargere di zucchero a velo.

martedì 28 settembre 2010

Polpette di melanzane al forno

polpette di melanzane

Ennesima ricetta "meglio tardi che mai", la propongo a quei pochi che ancora non la conoscessero (ammesso che esista ancora qualcuno...).
Negli ultimi dieci giorni le ho rifatte tre volte, approfittando così delle ultimissime melanzane, talvolta con il ripieno di formaggio, con le olive nere o con l'aggiunta della menta.
Le proporzioni suggerite sotto (ricavate da rapida telefonata con Lydia) sono solo una base che potrete decidere di arricchire a piacere o tenere così.


Polpette di melanzane


Per 10 pezzi:
1 melanzana viola chiaro (circa 450g)
40g grana grattugiato
15g pinoli
70g pan grattato (circa)
1 tuorlo
Sale e pepe
Basilico

Lavare la melanzana, privarla del picciolo, tagliarla in due e avvolgere ogni pezzo in un foglio di alluminio. Bucherellare la superficie con uno stuzzicadente e infornare finché la polpa non risulterà morbida.
Tagliare ora la melanzana a cubetti piccoli e impastarla con il grana, i pinoli (rapidamente tritati), il tuorlo, il basilico spezzettato, sale, pepe e pan grattato a sufficienza (circa 70g) fino ad ottenere una consistenza sostenuta.
Con le mani unte d’olio, creare le polpette e cuocerle a 180 gradi per 30 minuti, rigirandole dopo il primo quarto d’ora.

N.B.: per le dosi affidatevi sempre al vostro intuito perchè impasti così possono risultare anche molto diversi tra loro (melanzane più o meno acquose, ecc.). Talvolta può servire più pane, altre volte più liquidi (tenete da parte l'albume fino alla fine).

martedì 21 settembre 2010

Ritorno alle origini: la sbrisolona

sbrisolona

Ci sono voluti ventisette anni della mia vita prima che prendessi il coraggio di farla. Sì perchè nei confronti dei piatti tradizionali della mia terra coltivo un terrore reverenziale che spesso mi distoglie dall'idea di affrontarli. Non vi dico quanto ho faticato coi tortelli di zucca senza ancora aver trovato la giusta alchimia. Con questo dolce invece è miracolosamente andata bene al primo colpo. Posso dire di essere proprio soddisfatta del risultato di cui non cambierei nemmeno una virgola. Vi riporto la ricetta che ho messo a punto (attenzione che crea dipendenza!):


Sbrisolona mantovana

200g farina di mais fioretto
200g farina 00
180g zucchero
200g mandorle con la buccia
110g strutto
90g burro (tirato fuori dal frigo qualche minuto prima)
2 tuorli
un pizzico di sale (alla vaniglia)
una grattugiatina di buccia di limone

Tritare grossolanamente 150g di mandorle (quando frullo la frutta secca lo faccio sempre con un po' di zucchero così che eventualmente quest'ultimo ne assorba gli oli rilasciati) e unirle allo zucchero, al pizzico di sale e alle due farine creando un composto omogeneamente miscelato.
Aggiungere i due tuorli, la buccia di limone, il burro e lo strutto e lavorare l'impasto fino ad ottenere una consistenza granulosa.
Imburrare una grossa teglia (io ne ho usata una da pizza) e distribuirvi sopra l'impasto, mantenendone i "grumi" (non appiattite la superficie) e ottenendo così uno spessore di circa 2cm.
Distribuirvi sopra i 50g di mandorle rimanenti, incastrandole nella pasta e infornate a 180 gradi per 40 minuti.
Coprite la superficie con dell'alluminio dopo una ventina di minuti onde evitare che le mandorle superficiali si brucino.

Ah, dimenticavo di specificare che ho usato le meravigliose mandorle che ho preso ad Avola (e che di sicuro hanno fatto la differenza)!

mandorle (Avola)

lunedì 13 settembre 2010

La torta di Skradin (Skradinska torta)

Skradinska Torta

Quest'anno il rientro è stato più traumatico del previsto. Nonostante il mese di ferie sento di non avere fatto ancora il pieno di sole e tornare a carburare sarà più difficile del solito.
Nel tentativo di ripercorrere i profumi dell'estate, vi propongo questa buonissima torta dall'aspetto apparentemente un po' "americano"...
In realtà si tratta di un dolce tipico della cittadina croata di Skradin (da cui il nome) estorta in un mix di italo-croato-inglese al cameriere dell'ottima 'Konoba Bonaca' (uno dei pochi ristoranti in Croazia in cui ho davvero mangiato bene) di Skradin. Noi ce ne siamo innamorati!


Skradinska torta

400g noci tritate
300g zucchero
12 uova
1 cucchiaio di miele
un goccio di grappa ai petali di rosa (altro ingrediente tipico del posto)

Montare a lungo le uova (20 minuti) e aggiungere a mano a mano le noci finemente tritate con lo zucchero, il cucchiaio di miele e il goccio di grappa.
Infornare subito a 180 gradi in una teglia imburrata e infarinata e cuocere per 50 minuti-1 ora.
Far raffreddare il dolce* e ricoprirlo con una glassa di cioccolato fondente fatto sciogliere a bagnomaria con un goccio di acqua o latte (io ho usato una nocina di burro salato).
Conservare in frigo.

N.B.: io ho fatto metà dose e ho cotto per mezz'ora.

*se in questa fase vi si dovesse afflosciare un po' al centro tanto da risultare antiestetica, capovolgetela e procedete con la glassa.

nuvole (Pag)

sabato 7 agosto 2010

Buona estate!

pasta al pomodoro confit (God save)

L'anticilone delle Azzorre sembra finalmente arrivato, quasi come un regalo di compleanno. Stavolta quindi è davvero giunto il momento dei saluti.
Anche quest'anno buona parte di agosto la passeremo in Croazia, mentre la prima settimana di settembre avrà come meta il sud-est della Sicilia...consigli dell'ultimo minuto?
Una serena estate a tutti quanti e grazie per il vostro calore!

Virginia

P.S.: Come? Non vorrete mica la ricetta della pasta al pomodoro?

Pasta con pomodorini confit

Per 4 persone:
360g di pasta
1 kg di pomodori di Pachino IGP (qualità ciliegino)
Parmigiano grattugiato
Sale (meglio se alla vaniglia), olio, zucchero
Basilico
Lavare i pomodorini e tagliarli in due. Disporli, senza sovrapposizioni, in una teglia rivestita di carta da forno e conditeli con sale, zucchero e olio d’oliva.
Cuoceteli in forno a 170 gradi per un’ora circa.
A questo punto, trasferiteli in una padella e fateli saltare con la pasta cotta al dente, un filo d’olio, abbondante basilico spezzettato e parmigiano.

giovedì 5 agosto 2010

Le speedy pizzette di Sara, ovvero amore a prima vista.

Le pizzette di Sara

Non capita molto spesso, ma quando accade non c'è niente da fare, bisogna seguire l'istinto!
Quando non si ha nemmeno finito di leggere il post di un'amica che si è subito con le mani in pasta ti rendi conto di quanto il mondo blogger sia in grado di gratificarti e di quanto riesca con un nonnulla ad eliminare ogni distanza e ad avvicinare due mondi (questa me la devo segnare per i periodi di crisi che ciclicamente mi toccano).
E' capitato di recente con i pomodori al riso di Alex che ho visto dopo poco tra le pagine di Cibou e così e capitato a me con le pizzette di Sara.
Come la stessa Cibou ha notato (cito) "è bello vedere come un ricetta si evolve passando per i vari blog". E' proprio vero! E' qui che sta la magia che manda avanti la baracca!
Nel mio caso ho sostituito il formaggio di Kaori con un ottimo caprino e ho omesso le acciughe in favore delle olive. Una meraviglia!


“Pizzette” con peperoni, capperi e olive

Per una ventina di pizzette:
150g farina
150g formaggio caprino
30g burro
3 peperoni arrostiti e spellati
Una decina di olive
Una manciata di capperi
Sale e basilico

Impastare insieme la farina, il caprino, il burro e un pizzico di sale. Stendere l’impasto su un piano infarinato ad uno spessore di 3-4 mm e ricavare 20 cerchi del diametro di 6cm.
Adagiare le pizzette in una teglia rivestita di carta forno e condire con i peperoni tagliati a filetti, le olive e i capperi.
Infornare a 200 gradi per 18-20 minuti. Guarnire con basilico fresco (ed eventualmente un pizzico di sale) e servire.

Grazie Sara!

P.S.: ho appena potuto appurare che oggi è giornata di sintonie...

lunedì 2 agosto 2010

Melanzane

melanzane

E' ufficiale!
Ormai anche le verdure si prendono gioco di me...urge la tintarella!!!!

venerdì 30 luglio 2010

Torta di compleanno 2010

Torta 2010

Come forse alcuni di voi ricorderanno, a fine luglio c'è il compleanno della mia dolce metà, che da quest'anno si è aggiudicato pure l'epiteto di "marito" (in effetti pensare che stavo facendo la torta di compleanno di mio MARITO mi ha fatto un certo effetto...).
Dopo la crostata meringata al limone dell'anno scorso e la mousse di yogurt, vaniglia e ribes di due anni fa, quest'anno ho optato per un genere di preparazione che solitamente non rientra nei miei canoni: il pandispagnone!
La conversione è avvenuta lo scorso anno quando Lydia mi ha regalato questo magnifico pan di spagna farcito di frutta e crema al mascarpone fatto da lei come torta per il mio compleanno (ricordate?). Bene la torta mi era talmente piaciuta che ho deciso di replicarla. Inoltre, dato che è un dolce che è bene fare il giorno prima per permettere a crema e pan di spagna di amalgamarsi per bene, mi ha anche tolta dall'ansia da preparazione dell'ultimo minuto.
La riporto per comodità con qualche osservazione.
Ah, approfitto per salutarvi dato che non credo mi avvicinerò ancora alla cucina nei prossimi sette giorni (scadenza dopo la quale partiremo per le vacanze). Ammetto che c'è un po' di stanca, fisica e mentale e un po' di ferie a questo mio spazio credo non possano che giovare.


Torta con frutti di bosco e crema al mascarpone


Pan di Spagna (possibilmente da fare 2 giorni prima per permettere un taglio più facile):
per una teglia da 24:
6 uova
140g farina setacciata
140g zucchero
i semi di una stecca di vaniglia
un pizzico di sale
Dividere i tuorli daglia albumi. Montare i primi a lungo con la vaniglia e 100g di zucchero.
Incorporare delicatamente la farina e il sale e infine gli albumi montati a neve (col solito movimento dall'alto verso il basso).
Imburrare e infarinare lo stampo, distribuirvi il composto e cuocere a 180 gradi per 25-30 minuti.
Far raffreddare e conservare avvolto in alluminio.

Crema leggera al mascarpone (possibilmente da fare un giorno prima)
200g di tuorli (circa 10)
90g di zucchero
20g di acqua
250g di mascarpone di ottima qualità
250g di panna fresca
4g di gelatina

pavesini e frutti di bosco a go-go

Montare i tuorli, in un pentolino portare acqua e zucchero a 121°, versare lo sciroppo sui tuorli continuando a montare fino al completo raffreddamento.
Nel frattempo scaldare un paio di cucchiai di panna, metterci dentro la gelatina, precedentemente ammollata in acqua e fatela sciogliere, versare sui tuorli e amalgamare.
Mescolare delicatamente mascarpone e panna e unire al composto di tuorli e zucchero.
Nota: appena fatta avrete l'impressione di avere una crema troppo morbida, ma se la lasciate riposare in frigo per una mezzora almeno vi renderete conto che inizierà a solidificarsi il giusto, rimanendo cioè morbida ma sostenuta (senza diventare un mattone).

Coposizione finale (da fare il giorno prima esclusa la frutta superficiale): Praticare due tagli nel pandispagna e farcire ognuno con uno strato di crema, uno ben fitto di frutti di bosco a piacere e un altro strato di crema. Procedere allo stesso modo anche per l'altro strato fino a terminare con la superficie farcita con uno strato di crema e un giro di frutta (che ho messo solo a poche ora dalla cena).
Rivestire le pareti esterne coi pavesini e legare con un nastro.

Grazie Lydia!

lunedì 12 luglio 2010

Cipolle di Tropea alla vaniglia

cipolle Tropea

Inutile che attacchi con la solita lagna del caldo, della voglia di cucinare sempre più in ferie e via dicendo...
Se tutto va bene, mercoledì dovrei partire per la consueta settimanina croata con mammà e papà (che praticamente non vedo dal matrimonio) che, diciamolo, è sempe un toccasana!
Pertanto le scorte di cibo sono in fase di eliminazione e le ore passate ai fornelli sono ridotte praticamente all'osso.
Il modo in cui ho smaltito queste cipolle però, ve lo devo assolutamente raccontare. Ci credevo talmente poco che non sono nemmeno stata a fotografarle. Ma quando la materia prima è a questi livelli, anche la ricetta più banale diventa poesia.


Cipolle di Tropea alla vaniglia

3 grosse cipolle di Tropea fresche
una stecca di vaniglia
2 cucchiai di miele (acacia o millefiori)
olio
sale

Aprire la stecca di vaniglia e raccoglierne i semi che unirete a 3 cucchiai d'olio e al miele.
Togliere alle cipolle lo strato esterno e dividerle in 4 spicchi. Immergerle in acqua per qualche minuto. Spennellare la teglia con dell'olio (semplice).
Scolare le cipolle senza asciugarle troppo e distribuirle in teglia senza accavallarle. Distribuirvi sopra l'emulsione di olio-miele-vaniglia cercando, con l'aiuto di un pennello, di distribuirla su tutta la superficie. Terminare con una generosa spolverata di sale e infornare a 160 gradi per circa un'ora. Ogni venti minuti, recuperare il condimento depositato sul fondo della teglia e rispennellare le cipolle. Fare raffreddare nel loro sugo e servire.

giovedì 8 luglio 2010

Crumble di nocciole e zucchine

Crumble di zucchine

Un po' per scherzo e un po' perchè ho due sacchetti di farina che navigano in dispensa da troppo tempo, ho fatto uno dei crumble più buoni mai riusciti.
In effetti il crumble è una delle armi svuota frigo & dispense più potente che ci sia!
Per evitare che le zucchine in cottura rilascino troppa acqua, le ho lasciate scolare per un po' con una spolverata di sale e poi le ho strizzate per bene. Sono risultate perfette!


Crumble di nocciole e zucchine

per 4 persone:
600g zucchine
un cucchiaio di semola
scorza di un limone grattugiata
sale e pepe

50g burro salato (o di burro normale + un pizzico di sale)
40g farina farro
40g farina di segale
80g parmigiano grattugiato
70g farina di nocciole

Preparare il crumble unendo insieme le tre farine (farro, segale e nocciole), il parmigiano e il burro fino a formare un composto bricioloso. Riporre in freezer.
Lavare le zucchine, spuntarle, asciugarle e grattugiarle con una grattugia a fori larghi. Salarle e disporle all'interno di un colino. Lasciarle a riposo per una ventina di minuti, strizzandole di tanto in tanto (si ridurranno molto).
Strizzarle un'ultima volta, mescolarle ad un bel cucchiaio di semola, alla scorza di limone e un po' di pepe e suddividerle nelle quattro cocottine. Recuperare il crumble e distribuirlo sopra le zucchine.
Cuocere a 180 gradi per 20-25 minuti.

martedì 6 luglio 2010

Il rotolo di Anna

rotolo

La ricetta di oggi è tutta farina del sacco altrui.
Poco tempo fa, ci è capitato di andare a cena da alcuni cari amici per l'inaugurazione della loro nuova casa e, oltre ad aver appurato che si sono fatti una cucina turbofiga (comprensiva di forno a vapore -cosa che evincerete da soli dalla descrizione della ricetta) per cena ci è stato servito, tra le tante cose, anche questo rotolo. Colorato, gustoso, fresco, senza l'ombra di un grasso(!!!), veloce da fare...insomma, non potevo non chiedere la ricetta!
Anna mi ha confessato di averla imparata parecchi anni fa durante un corso presso la scuola de La cucina italiana, ma per me rimarrà sempre e solo il suo rotolo.
Unica nota: nella ricetta originale le dosi della gelatina a mio avviso sono completamente sballate. Usatene molta molta meno...
Grazie Anna!


Rotolo di tacchinella alla ricotta di pecora e verdure

700g fesa di tacchino battuta a fette
250g ricotta di pecora
200g verdure a fantasia cotte a dadini (io ho usato carote e zucchine)
30g gelatina in polvere (sostituita con 4 pizzichi di agar)
sale e pepe
erbe aromatiche a piacere (basilico, maggiorana)
spago
carta oleata e argentata

Tagliare le carote e le zucchine a dadini e sbollentarle in acqua salata (3 minuti per le carote e 1 per le zucchine) e poi raffreddarle in acqua e ghiccio (lei le ha cotte al vapore, le prime 8 minuti, le seconde 4 minuti).
Disporre il tacchino su un foglio di carta forno cercando di ottenere un rettangolo, poi battere con l'aiuto di un foglio di pellicola. Salarlo e peparlo.
Distribuire sopra la ricotta, le erbe, le verdure e la gelatina. Io ho usato l'agar, lei ha grattato un po' di gelatina in dado, comunque una dose minima e non paragonabile ai 30g suggeriti.
Arrotolare, chiudere nella carta forno, legare con lo spago, avvolgere nella carta argentata.
Mettere a cuocere in acqua bollente per circa 35/40 minuti a pentola
coperta (io l'ho cotto sottovuoto, lei nel forno a vapore).
Lasciar raffreddare, aprire e tagliare.

giovedì 1 luglio 2010

Ciliegie.

ciliegiemark

Oggi sono proprio in difficoltà a dare un nome a questa preparazione. Ciliegie sciroppate? Spiritate (nel senso che contengono un po' di alcol)? Spiritose? Non saprei davvero.
In realtà non si tratta nemmeno di una ricetta. Più semplicemente sono un inno alla genuinità e alle cose semplici della vita.
Provatele da sole, con il gelato, con uno zabaione o più semplicemente con lo yogurt. A mio avviso creano dipendenza.


Zuppetta di ciliegie sciroppate, spiritate e sicuramente spiritose


Queste le proporzioni:
ciliegie (quante ne stanno in una mano)
un cucchiaio raso di zucchero
5 cucchiai di marsala
acqua

Lavare le ciliegie e privarle del picciolo. Se siete volenterosi e un po' masochisti, privatele pure del nocciolo (ma io non lo faccio mai). Mettetele sul fuoco con il cucchiaio di zucchero e il marsala e aggiungete acqua quasi fino a ricoprirle. Fate andare fino a quando non avrete ottenuto una consistenza sciropposa. Aggiungete alla fine un altro po' di marsala se volete un sapore più alcolico.

martedì 29 giugno 2010

Lasagna di zucchine

botta di patriottismo

Di questo piatto sono veramente molto orgogliosa. Si tratta infatti del tentativo di replica della stessa preparazione mangiata in un fichissimo ristorante vegetariano a capodanno a New York (vedi guida).
In linea di massima, mi sono limitata a semplificare la lavorazione dei vari ingredienti che la compongono ottenendo ugualmente la resa che volevo.
Per me era stato un piatto folgorante, ricco di sapori, profumi e consistenze. Mi piacerebbe davvero che lo provaste anche voi...


Lasagna di zucchine (e un sacco di altra roba)

per 2 persone:
100g ricotta vaccina
30g pinoli tostati
2 cucchiai di latte
sale

4 zucchine dalla forma regolare
olio
sale e pepe

16 pomodori tipo sardi (non dolci, insomma)

25 foglie di basilico
15g pistacchi spellati
olio q.b.

Frullare la ricotta con i pinoli tostati, il latte e il sale ottenendo una crema.
Lavare le zucchine e spuntarle da entrambe le parti, poi tagliarle a strisce sottili e farle marinare per qualche minuto con un po' d'olio, sale e pepe.
Lavare i pomodori e tagliarli a fette sottili quanto le zucchine.
Crare un pesto grossolano con le foglie di basilico, l'olio e i pistacchi spellati.
Comporre il piatto alternando: strisce di zucchine, fette di pomodoro e crema di ricotta e pinoli fino ad esaurimento ingredienti. Terminare con il pesto di pistacchi e basilico sulla superficie.


P.S.: portate pazienza per la foto...non so perchè mi sia uscita così patriottica (non mi piace per niente)!

domenica 27 giugno 2010

Che dite?

pesche

E' proprio vero che sta arrivando l'estate?!?? Che sia la volta buona?
Ma poi, quest'estate la vogliamo davvero?
Con questi interrogativi marzulliani auguro buona domenica a tutti...

albicocche

venerdì 25 giugno 2010

Capesante su purea di albicocche e caffè

Capasanta

Questa è la ricetta di apertura del libro di Armin Mairhofer Sapori e colori (o qualcosa di seriamente ispirato ad essa). Da quando l'ho acquistato quest'inverno mi sono subito ripromessa di provarla non appena fossero arrivate le albicocche. Solo che, a dire il vero, la ricetta completa prevede anche l'uso della fava tonka.
Ecco, parliamone. Perchè io questo benedetto sapore proprio non riesco a farmelo piacere! Col dolce è devastantemente stucchevole e col salato...è la stessa cosa! Insomma, non la sopporto! Nel caso di questa ricetta, limitatevi al solo uso del caffè perchè l'utilizzo della tonka a mio avviso copre tutto (uomini avvisati...). Oppure usate della buona vaniglia, anche solo per aromatizzare la purea di albicocche.
Ah, come da ricetta, ho cotto le capesante nel burro di cacao (ma se non lo avete, non fatevene un grosso problema, non lo trovo determinante).


Capesante su purea di albicocche e caffè


4 capesante fresche
1 cucchiaio di burro di cacao
4 albicocche
caffè
(fava tonka)

Sbollentare le albicocche per 5 minuti, privarle della buccia e frullarle assieme al gheriglio all'interno del nocciolo spellato (solo se usate albicocche di qualità e con l'armellina buona ovvero solo moderatamente amara, altrimenti omettete questo passaggio e limitatevi alla sola purea).
In una padella antiaderente, rosolare bene le capesante nel burro di cacao da entrambi i lati. Distribuire la purea di albicocche sul fondo del piatto e adagiare al centro di ognuno una (o più) capasanta. Terminare con una spolverata di caffè (o con un mix di polvere di caffè e di tonka grattugiata).

mercoledì 23 giugno 2010

Ancora sgombro e mela...

sgombro

Ve la ricordate la mia torretta di quest'inverno? A me è tornata in mente proprio di recente quando davanti al banco del pesce mi sono imbattuta in una coppia di sgombretti niente male. Avevo poco tempo e tanta fame così mi sono decisa per un pesce al cartoccio. Solo che invece di riempirgli la pancia con le solite cose (vedi limone, prezzemolo, ecc.), l'ho imbottito di fettine di mela e rosmarino. Davvero buono.
Inoltre la cottura nel cartoccio ha consentito al pesce di non seccarsi (cosa non difficile per una carne come quella dello sgombro) e di mantenersi morbida e succosa.


Cartoccio di sgombro e mela

1 sgombro
mezza mela verde
2 rametti di rosmarino
olio evo

Pulite bene il pesce privandolo delle interiora. Lavate la mela e tagliatela a fettine.
Distribuite le fettine di mela ordinatamente all'interno del pesce assieme al rosmarino (un rametto per fianco) e terminate con un filo d'olio.
Impacchettate il pesce in un foglio di carta forno e poi in uno di alluminio e cuocete in forno a 170 gradi per un quarto d'ora circa (regolativi in base alla pezzatura).
Non ho avuto bisogno del sale.

Approfitto per segnalarvi questa iniziativa (che più che un'iniziativa dovrebbe essere un vero e proprio modo di vivere/agire costante). Potete saperne di più QUI e QUI.

lunedì 21 giugno 2010

Spaghetti con capperi e caffè

(Cofana di) pasta con capperi e caffè

Sul connubio capperi-caffè hanno lavorato sia Massimiliano Alajmo che Heinz Beck (e chissà chi altro ancora). Del primo ho avuto il piacere di assaggiare il famoso risotto (Risotto bianco con polvere di caffè e capperi di Pantelleria), del secondo ho trovato di recente alcune righe nelle quali il grande chef racconta della scoperta fortuita (una casuale sequenza di assaggi avvenuta in cucina) del matrimonio perfetto tra questi due ingredienti:

Il caffè lo immaginiamo sempre a fine pasto o, semmai, come ingrediente nei dolci: tipo semifreddo. Oppure è un break durante la giornata. I capperi, invece, vengono considerati un ingrediente per la caponata, o per la pasta, insieme a olive e pomodori.
E' davvero difficile immaginare di bere un caffè mentre si prepara una salsa con i capperi.
[...]
Potete sperimentare subito anche voi questo gusto insolito. Prendete dei capperi, preferibilmente conservati in salamoia, perchè con quelli sott'aceto l'effetto è meno brillante. Assaggiateli e poi bevete un sorso di caffè. Non stupitevi: sentirete un retrogusto pieno, di nocciola, insolitamente piacevole.

(H.Beck, L'ingrediente segreto)

Da quell'assaggio è nata una pietanza a base di triglia impanata, con un frullato di erbe fresche...capperi e salsa di caffè!
Io che non sono nè Heinz Beck, nè Massimiliano Alajmo, mi sono limitata a condire una semplicissima pasta coi capperi (fatta come siete soliti farla) con una spolverata finale di caffè.
Provare per credere...

Nota: non posso non dirvi che la prossima volta, per accentuare il sapore del caffè, sono tentata di cuocere la pasta in acqua bollente con una tazzina di caffè disciolta. Chissà cosa ne verrà fuori...

giovedì 17 giugno 2010

Incredibile ma vero: il mio primo raccolto!

fragoline

Sì, sì, avete letto bene: ho scritto "raccolto" e non "raccolta"...
Eh sì, perchè alla faccia di uccelli, afidi e gufate varie ieri finalmente ho raccolto le mie prime fragoline.
Grazie a tutti quelli che mi hanno dato consigli su come distruggere i pidocchiosi abitanti abusivi. Alla fine ho trovato la soluzione del sapone di marsiglia disciolto in acqua e vaporizzato (con sguardo minaccioso e psicolabile) quella in assoluto più efficace.
Inutile dirvi che erano buonissime e che sono finite in un bicchiere di zabaglione caldo...

fragoline

mercoledì 16 giugno 2010

Cake con pesche e amaretti

Cake pesche e amaretti

Questa potrei definirla la settimana degli accostamenti "triti ma garantiti" (che dite, vi piace lo slogan?).
A volte è proprio bello coccolarsi nelle proprie certezze.
Unica nota: come tutti i dolci con la frutta, anche questo d'estate col caldo tende a conservarsi per meno giorni. Siccome in casa non riusciamo a finirlo in tempo massimo, ho preso l'abitudine di tenerne metà fuori e l'altra metà surgelarla, senza per questo perdere in qualità o fragranza.


Cake con pesche e amaretti


250g farina
150g zucchero di canna
60g amaretti sbriciolati
12g lievito
Un pizzico di sale

3 uova
100g burro fuso
130g yogurt bianco
350g polpa di pesche

Setacciare la farina con il lievito e mescolarla assieme allo zucchero, al sale e agli amaretti.
A parte, amalgamare bene insieme le uova con lo yogurt e il burro.
Tagliare a fettine le pesche e versarle negli ingredienti secchi. Aggiungere gli ingredienti umidi e amalgamare bene il tutto.
Distribuire il composto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato e cuocere a 180 gradi per 50 minuti circa.

lunedì 14 giugno 2010

Crema di fagioli, gamberi e limone

Crema di fagioli, gamberi e limone

Di questa ricetta direi che c'è poco da dire. L'accostamento non è niente di nuovo, ma sempre una piacevole garanzia.
Di recente ho trovato vicino a casa un posto dove comprare del buon pesce (lo pago a caro prezzo però ne mangio così poco che quelle poche volte voglio essere sicura di avere a che fare con un prodotto fresco e di qualità -e lo stesso vale per la carne) e quindi sto cercando di inserirlo sempre più nel menù settimanale.
Data la cottura praticamente inesistente dei gamberi, è importante che questi siano davvero freschissimi. Regolatevi in base alla pezzatura e alla qualità del vostro crostaceo.


Crema di fagioli, gamberi e limone

Per 6 bicchieri:
400g di fagioli cannellini lessati con una foglia di alloro o altri odori a piacere
6 code di gambero freschissime
1 limone
Olio
Sale e pepe

Privare i gamberi del guscio e del filo nero interno e farli marinare per una quindicina di minuti in 2 cucchiai d’olio, 3 di succo di limone e un pizzico di sale. Poi cuocerli su una padella ben calda 30 secondi per lato.
Frullare i fagioli con un po’ d’acqua di cottura, 2 cucchiai d’olio e 2 cucchiai di succo di limone.
Versare la crema di fagioli nei bicchieri, aggiungere al centro i gamberi e terminare con una spolverata di pepe e un’abbondante grattata di scorza di limone.

giovedì 10 giugno 2010

Millefoglie di mela verde e salmone marinato

Millefoglie di mela verde e salmone marinato

Di questa ricetta sono totalmente innamorata. L'ispirazione è nata da un antipasto azzeccatissimo a base degli stessi ingredienti (mela, yogurt e salmone) mangiato quest'inverno al ristorante di Lorenzo Secondi (chef per il quale nutro una grande stima umana e professionale e di cui credo di avervi già parlato più e più volte).
Per quanto riguarda il salmone, ho provato un nuovo tipo di marinatura (suggerito da Armin Mairhofer nel suo libro Sapori e colori) rispetto a quello già sperimentato lo scorso anno e devo dire che mi sono trovata molto meglio. L'accorgimento particolare è che dopo le 24 ore sotto zucchero e sale, la ricetta prevede un ammollo del pesce nel latte, cosa che lo rende particolarmente morbido ed amabile. Ve lo consiglio vivamente!


Millefoglie di mela verde e salmone marinato

Per il salmone marinato:
1/2kg di filetto di salmone ben alto
100g sale
100g zucchero
coriandolo in grani leggermente pestato (a go-go)
scorza di arancia grattugiata
pepe

2 mele verdi
un vasetto di yogurt bianco (poco dolce)
qualche goccia di limone
pepe

Togliere le lische (con l'aiuto di una pinzetta) e la pelle al salmone e, dopo averlo ben tamponato con carta assorbente, ricoprirlo sopra e sotto con gli ingredienti della marinatura ben mescolati tra loro. Poi chiuderlo con più giri di pellicola ben stretti e riporlo in frigo per 24 ore.
Trascorso questo tempo, sciacquarlo bene sotto acqua corrente e riporlo per 2 ore in una ciotola totalmente ricoperto di latte. Poi scolarlo e asciugarlo bene e tagliarlo a fettine sottili.
Lavare la mela e asciugarla bene poi tagliarla a fettine longitudinalmente e immergerle in acqua gasata con limone per evitare l'ossidazione.
Mescolare lo yogurt con qualche goccia di limone e un pizzico di pepe.
Montare il piatto alternando fetta di mela (tamponata)+fettine di salmone+cucchiaino di yogurt e servire.

mercoledì 9 giugno 2010

Insalatina di zucchine, feta e fragoline

zucchine

In attesa che le mie fragoline acquistino dimensione e colore commestibili (sempre che i teribbili afidi non tornino ad infestarle), ne ho comprate alcune al supermercato nel tentativo di dar loro il "buon esempio"...
Complice anche l'acquisto di un po' di zucchinette baby, ho deciso di farci un'insalata fresca e croccante per questi giorni di caldo.


Insalatina di zucchine, feta e fragoline

Per 4 persone:
8 zucchine baby
50g fragoline circa
80g feta
olio
sale e pepe

Lavare e spuntare le zucchine. Tagliarle a rondelle sottili (ma non troppo) con l'aiuto di una mandolina e condirle con sale, pepe e olio.
Tagliare la feta a cubetti e mescolarla alle zucchine. Terminare con le fragoline lavate e asciugate.

lunedì 7 giugno 2010

Crema fredda di cetriolo

Crema fredda di cetriolo

Ricetta presa paro paro da La cucina del corriere, rivista che, francamente, non ho ancora capito se mi convinca oppure no.
Dal punto di vista grafico per me è il miglior prodotto che abbiamo in Italia, ma dal punto di vista delle ricette non sempre mi convince (nè in originalità, nè in coerenza sulla stagionalità). Fatto sta che per ora è una delle poche che ancora compro.
Voi che ne pensate?


Crema fredda di cetriolo


per 4 persone:
500g patate
4 cetrioli
0,5 dl yogurt
brodo vegetale (per me acqua)
sale e pepe
(menta e/o basilico)

Lavate le patate e mettetele in una casseruola d'acqua fredda, portate a ebollizione, salate, regolate la fiamma e fate cuocere per 35 minuti.
Scolatele e raffreddatele in acqua e ghiaccio, dunque pelatele.
Nel frattempo, sbucciate i cetrioli (tenendo anche un po' di buccia che dà maggior colore), tagliateli a tocchetti e frullateli insieme alle patate aiutandovi con un po' di brodo/acqua fino a quando non avrete raggiunto la giusta consistenza. Frullate insieme a piacere anche un po' di menta o basilico.
Mettete la crema in frigo per almeno due ore, poi aggiungete lo yogurt e servite con una macinata di pepe nero.

giovedì 3 giugno 2010

Battuta con fragole

Battuta con fragole

La ricetta che vi suggerisco oggi è quasi banale ma nella sua semplicità dimostra ancora una volta come la qualità degli ingredienti sia di fondamentale importanza.
Mettete insieme una carne da re, un balsamico coi fiocchi, un buon olio d'oliva e delle fragole in stagione (magari proprio le fragoline del vostro balcone...) e nel giro di pochi minuti vi sentirete come nel migliore dei ristoranti. Provare per credere.


Battuta con fragole

Per 4 persone:
600g polpa magra di manzo (scamone, fesone di spalla)
280g fragole
4 cucchiaini di aceto balsamico
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
60g di acqua gassata fredda (Alajmo docet)
Sale e pepe

Lavare le fragole e tagliarle a piccoli cubetti, condirle con l’aceto balsamico e tenerle da parte.
Tagliare la carne a striscioline e poi a cubetti con il coltello, condirla con l’olio, sale, pepe e l’acqua gassata.
Con l’aiuto di un coppa pasta distribuire un quarto delle fragole sul fondo di un piatto e adagiarvi sopra un quarto della carne pigiando bene. Togliere il coppa pasta e procedere allo stesso modo con gli altri tre piatti. Servire.

martedì 1 giugno 2010

Orgoglio

Pride (ovvero le mie fragoline!)

Portate pazienza ma non posso farne a meno! Ve le devo assolutamente far vedere!
Quando ieri mattina ho visto spuntare questi bitorzoletti tra le foglie non stavo più nella pelle.
Avete presente quelle madri antipatiche del tipo "mio figlio di qua", "è un genio di là" e "ha vinto la garetta della scuola e quanto è figo"?!?? Ecco, elevate il tutto all'ennesima potenza e immedesimatevi nel mio stato d'animo.

Fiori

Quando due mesi fa alla fieramercato dei fiori sul Naviglio (memore del suo post) non ho saputo dire di no a dei minuscoli germoglietti di fragoline di bosco, non gli avrei dato una lira (non abbiamo un giardino, non abbiamo una finestra al sole, le dobbiamo abbandonare in viaggio di nozze, ecc. ecc.).
E invece...

Pride (ovvero le mie fragoline!)

lunedì 31 maggio 2010

Piccole cocotte di piselli dal cuore morbido

Cocotte piselli

Queste cocottine altro non sono che un elegante svuotafrigo. Il procedimento che seguo è sempre lo stesso e di volta in volta cambio la verdura utilizzata oppure il formaggio all'interno.
Si possono fare piccole come queste a mo' di amuse bouche oppure più grandi (aumentando un po' i tempi di cottura) in modo che costituiscano un vero e proprio antipasto.
Insomma, la parola d'ordine è versatilità!
Stavolta le ho fatte con una noce di camembert rimasta dal viaggio in Francia (sì, proprio quello stagionato nella nostra auto che ci ha fatto compagnia lungo tutti i nostri spostamenti. Praticamente un essere dotato di vita propria. Aspettavo, da un momento all'altro, che mi facesse pure i grattini sulla schiena).


Piccole cocotte di piselli dal cuore morbido


Per 6 cocottine di 7cm di diametro:
400g piselli freschi
300g acqua bollente
2 uova
80g formaggio privo di crosta (brie, camembert, formai de mut)
Sale e pepe
Burro

Cuocere i piselli in un tegame scoperto con i 300g d’acqua bollente, un pizzico di sale e uno di pepe per 15-20 minuti.
Frullare il tutto e passare il composto al setaccio.
Aggiungere le due uova e amalgamare bene.
Distribuire metà del composto nelle cocottine imburrate, adagiare al centro di ciascuna 20g di formaggio e ricoprire con il restante composto.
Cuocere in forno a bagnomaria a 180 gradi per 20 minuti.
Servire subito (altrimenti il formaggio si riaddensa).